Senza ritorno

“Nei canali di Otranto e di Sicilia/migratori senz’ali, contadini di Africa e di oriente affogano nel cavo delle onde./Un viaggio su dieci s’impiglia sul fondo,/il pacco dei semi si sparge nel solco/scavato dall’ancora e non dall’aratro./La terraferma Italia è terrachiusa./Li lasciamo annegare per negare”.

 

 

Una barca scura, Gianmaria Testa

Questi versi hanno aperto ogni concerto del tour Da questa parte del mare, che ha messo in musica l’opera toccante di Erri De Luca su quello che lui stesso definisce “l’argomento più importante dal punto di vista narrativo, epico, di questo nostro tempo“: il dramma della migrazione dei popoli.

Sconvolta dal dolore e dallo sdegno di fronte alle bare recenti di Lampedusa, a quei corpi senza identità, restituiti dalla risacca di un mare sempre meno nostrum, mi rifugio nella poesia di De Luca e la consiglio a chi cerca un approdo tra i marosi di questi giorni disumani.

 

Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo, E. De Luca
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