Gita al Faro…che non c’è

Passeggiavo sulla spiaggia in un’atmosfera surreale, rarefatta, nella luce che solo queste ultime giornate di settembre sanno regalare: raggi sottili e dorati come le dita di Dio, che affondano tra dense nuvole violacee per regalare al mare, dello stesso colore, un’ultima carezza di sole. Attorno a me, ampi tratti di sabbia già inghiottiti da una vegetazione che ha fretta di riappropriarsi dei suoi spazi, cabine abbandonate alla contemplazione dell’orizzonte, e un cane che compiaceva il suo padrone riportando un ramo secco.

Su tutto, un tempo sospeso. Uno fermo-immagine pittorico, di quelli che ti convincono che, per un istante, tutto si è fermato e, al contempo, tutto può ancora accadere. E questo mio “fluire di coscienza” e vagheggiare tra cielo e mare, mi ha condotta fino alle Isole Ebridi, dritta al Faro di Virginia Woolf! Sì, perché nello scorcio apocalittico del mio tardo pomeriggio autunnale, sulla spiaggia, mancava solo un faro a illuminare il tempo interiore, scandito dal ricordo e dall’attesa, che nulla ha a che vedere con quello esteriore, “reale”.

 

“Seguire i suoi pensieri era come seguire una voce che parla troppo in fretta per riuscire a prendere nota di quanto dice; e tale voce era la sua stessa voce, che diceva, senza bisogno di suggerimenti, cose innegabili, eterne, contraddittorie”.

 

Un vecchio faro, la casa delle vacanze, che sia al mare o in montagna, il rifugio del fine settimana – magari incastonato tra le rocce di un minuscolo borgo-fantasma, estromesso dalla modernità (come quello in cui si accende e si spegne La lucina di Moresco, cui ho dedicato un precedente pensiero) – sono tutti “stargate”, varchi dello spazio-tempo entro i quali è possibile ricongiungersi con chi c’è stato e non è più; con chi c’è sempre, come il respiro; con chi ci sarà, aspettandoci nel suo futuro.  Perché…

 

“La vita non è una serie di lampioncini disposti simmetricamente; la vita è un alone luminoso, un involucro semitrasparente che ci racchiude dall’alba della coscienza fino alla fine”.

 

 

 

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